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Negli ultimi anni sono cambiate le leggi e ormai sono due le tipologie di manutenzione da effettuare per vivere in sicurezza, ottenere il bollino blu da un tecnico certificato, ed evitare multe salatissime. La prima punta a garantire il corretto funzionamento e la sicurezza degli abitanti, mentre la seconda verte sull’efficienza energetica e ambisce a soddisfare gli standard richiesti dall’Europa entro il 2020.
Bisogna seguire le istruzioni fornite dall’installatore della caldaia, il quale durante la prima installazione è tenuto a programmare le successive manutenzioni, che devono valutare il corretto funzionamento della caldaia. Qualora non fossero disponibili queste informazioni è consigliato consultare il libretto di uso e manutenzione della caldaia. Nei rari casi in cui non fosse disponibile nessuno di questi documenti, devono essere consultate le norme UNI e CEI relative alla manutenzione caldaia, reperibili su internet.
Riguarda l’efficienza energetica del nostro impianto, da effettuare a seconda delle caratteristiche specificate nell’allegato A del DPR n. 74 del 2013:
Gli impianti termici a combustibile liquido o solido, con potenza inferiore o uguale a 100 kW vanno controllati ogni 2 anni. Se superano i 100 kW, la cadenza del controllo diventa annuale.
Gli impianti a gas metano o GPL con potenza inferiore o uguale a 100 kW necessitano di manutenzione caldaia ogni 4 anni. Se l’impianto supera i 100 kW, deve essere controllato ogni 2 anni.
Dal 15 ottobre del 2014 sono due i libretti da conservare, quello esistente è entrato a far parte della documentazione storica della caldaia e va conservato con cura, mentre l’installatore deve provvedere alla prima compilazione di quello nuovo. Per chi ha necessità di eseguire nuove manutenzioni, tramite un semplice modulo su Instapro è possibile ricevere gratuitamente dei preventivi da tecnici abilitati e specializzati in manutenzione caldaie in tutta Italia. In questa maniera è possibile valutare a quale professionista affidarsi per ottenere il bollino blu ed essere a norma.
In alcuni casi è meglio prendere in considerazione una sostituzione della caldaia, piuttosto che essere costretti ad affrontare ripetute spese dovute a caldaie troppo vecchie. Sostituire la caldaia può rappresentare una spesa ingente nell’immediato, ma fa risparmiare sulle bollette. Fino al 31 dicembre 2016 è possibile usufruire delle detrazioni fiscali Irpef fino al 65% per sostituire la caldaia se vengono rispettati determinati parametri. È possibile verificare le condizioni necessarie per usufruire della detrazione fiscale per sostituire la caldaia qui.
Dal 1 gennaio 2017 queste condizioni favorevoli rischiano di cambiare drasticamente. Di conseguenza sembra essere adesso il momento più indicato per sostituire la caldaia, sfruttando a proprio favore le norme, in maniera da iniziare a risparmiare già da questo inverno. Chi volesse sostituire la caldaia, da settembre è obbligato per legge a installare una caldaia a condensazione, a meno che la struttura della canna fumaria dell’edificio ne impedisca l’installazione. A differenza di una classica caldaia, ha un costo iniziale maggiore, poiché recupera il calore che i modelli precedenti disperdevano nei fumi di scarico. Di conseguenza, riduce le emissioni nocive per l’ambiente facendo risparmiare energia e soldi per i successivi 15 o 20 anni, soprattutto nel caso in cui la casa fosse munita di pannelli radianti dietro le pareti o nel pavimento.
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