Case intelligenti, automazione, efficienza e confort. La tecnologia è entrata a far parte anche delle nostre case e degli edifici che compongono le nostre città. Per capire qualcosa in più di questo settore abbiamo intervistato Luca Baldin, Project Manager di Smart Building Italia. Leggi la nostra intervista:
Cos’è Smart Building Italia e quando è nata?
Smart Building Italia è l’esito finale di un lungo percorso di affiancamento della filiera TLC e della home and building automation, iniziata oltre vent’anni fa con manifestazioni come Sat Expo, che per lungo tempo è stata l’unica fiera italiana dedicata alle applicazioni del satellite, in primis le trasmissioni TV, allora agli esordi in Italia. Oggi è una piattaforma marketing B2B espressamente progettata per far incontrare i prodotti e le aziende di questo settore con i professionisti, ovvero anzitutto progettisti, installatori, system integrator, facility manager e amministratori di condominio. Tra i principali strumenti utilizzati vi sono le fiere settoriali, che realizziamo a Milano (Smart Building Expo) e a Bari (Smart Building Levante) e che rappresentano i punti di riferimento fieristico del nostro comparto. Grande importanza ha inoltre la parte formativa e informativa, che ci vede presenti sul territorio nazionale costantemente.
Come sono cambiati gli edifici e l’impiantistica negli ultimi 10 anni? Che cosa si intende per Smart Building?
Oggi l’impiantistica rappresenta quasi il 50% del valore di un immobile nuovo e può andare anche oltre in caso di ristrutturazioni. Gli addetti agli impianti sono numericamente un terzo di tutto il comparto dell’edilizia. Bastano questi dati per comprendere quale sia oggi l’importanza della componente “attiva” di edifici che assomigliano sempre più a macchine complesse. Un tempo veniva prima l’involucro e solo successivamente si pensava agli impianti. Oggi le performance dell’edificio sono determinate da un’armonizzazione tra componenti passive e attive, che devono essere frutto di una progettazione integrata. Un edificio “smart” altro non è che un edificio intelligente, ovvero che utilizza la tecnologia e i big data per migliorare le proprie performance sia in termini di efficientamento energetico e sostenibilità ambientale, che di comfort. Termine quest’ultimo a cui oggi si da un significato molto diverso dal recente passato e che ha molto a che vedere con la messa in rete delle abitazioni per farne hub informativi capaci di erogare servizi innovativi. E questa è anche una delle condizioni di base per la loro vendibilità in una fase in cui l’offerta tende a sopravanzare la domanda.
Cos’ha favorito la diffusione così rapida di sistemi di domotica negli ultimi mesi? E come pensate che evolverà questo ambito nei prossimi 10 anni?
Oggi i tecnici non parlano più di domotica, termine che è stato deteriorato nel recente passato da applicazioni poco utili e molto dispendiose. La home and building automation oggi va di pari passo con l’efficientamento energetico; è diventata maledettamente concreta, con esiti perfettamente misurabili e monetizzabili che vanno di pari passo con una sensibilità ambientale della clientela molto aumentata, specie nelle giovani generazioni. Dall’altro lato l’avvento dell’Internet of things sta cambiando la modalità d’uso delle abitazioni e lo smartphone è diventato l’interfaccia che abbiamo sempre in tasca e che ci consente di dialogare anche con la nostra abitazione, trasformata in una sorta di App. Gli assistenti vocali, introdotti in Italia da pochi mesi, già spopolano e sembrano destinati a semplificare ulteriormente il dialogo uomo-macchina. Infine, stiamo assistendo già all’ultimo passaggio di questa evoluzione che è l’avvento dell’intelligenza artificiale applicata alle tecnologie domestiche, cosa che rende le macchine in grado di apprendere e di operare in autonomia dall’uomo. Sembra fantascienza, ma è già realtà. Tutto ciò avrà ripercussioni importanti sulla vita quotidiana di ognuno di noi, cambierà le nostre abitudini e per molti versi ci semplificherà la vita, come ha fatto l’home banking negli utili dieci anni…
Esistono incentivi economici per chi decide di rendere i propri edifici (siano essi abitazioni private o ambienti di lavoro) più smart e tecnologicamente all'avanguardia?
Certo, a normativa vigente gli interventi che producono un efficientamento energetico negli edifici godono della deducibilità del 50% della spesa in dieci anni e in alcuni casi persino della cessione del credito al fornitore, cosa che produce un abbattimento immediato del costo dell’impianto. Sono informazioni che è bene circolino anche tra i tecnici e che a loro volta le facciano circolare ai loro clienti che troppo spesso sono disinformati. Se mettiamo assieme il benefit fiscale e l’apprezzamento dell’immobile determinato dal miglioramento della sua classe energetica e dalla predisposizione ad una connettività a banda ultra larga, ci accorgiamo che l’investimento richiesto al proprietario è spesso davvero poca cosa a fronte di benefici indubbi e di una migliorata spendibilità sul mercato immobiliare.
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