Le scale non sono solamente un elemento utile a consentire il collegamento tra due piani di un edificio, ma assumono un valore estetico, architettonico e di design. La loro progettazione richiede studi precisi, occhio, esperienza e gusto. Abbiamo intervistato Giuseppe di Roversi Scale:
Da quanto esiste Roversi Scale e com’è nata?
Ho passato la vita nel mondo delle scale, ho iniziato alla fine degli anni 80, vendendo prodotti costruiti da altri, ma dopo una decina d’anni mi sono reso conto che il mercato stava cambiando e le esigenze dei miei clienti erano sempre più particolari e personali. Ho così iniziato a progettare e costruire le mie scale, Ho lavorato per qualche anno da solo, costruendo la mia rete di fornitori con alcuni dei quali collaboro ancora oggi. Ricordo che la mia prima scala è stata una struttura in acciaio inox lucido con i gradini di vetro…vent’anni fa, quando le scale si facevano in legno e ferro, era un’innovazione totale e devo dire che sono ancora molto affezionato a quel progetto, nonostante abbia fatto molta strada dopo. Oggi lavoro in società con mio fratello che si occupa dell’area commerciale, mentre io seguo la parte legata all’innovazione, ai nuovi materiali oltre che lo studio progettuale e di guida per i progetti più complessi. Abbiamo deciso di rimanere un’azienda di piccole dimensioni, in tutto 8 addetti, e ciò ci permette di garantire altissimi livelli di personalizzazione delle realizzazioni ed una cura totale per ogni dettaglio. Il fatto di lavorare a stretto contatto con i clienti e con i loro tecnici ci consente di proporre soluzioni davvero custom made, come abiti di alta sartoria, realizzate grazie alla combinazione delle varie competenze disponibili all’interno della nostra azienda. Lo stesso processo di progettazione, infatti, prevede momenti di confronto con i nostri responsabili della produzione e delle installazioni alla ricerca della strategia migliore per garantire prodotti e servizi di alta qualità. Spesso ci troviamo a lavorare in cantieri dove sembrerebbe impossibile installare delle scale a giorno o a sbalzo, ma la nostra tenacia e la creatività progettuale ci permettono di trovare soluzioni all’apparenza impensabili. Guardando indietro mi rendo conto di come tutta la storia della nostra azienda sia stata un’evoluzione continua, e sono davvero molto orgoglioso della squadra che abbiamo costruito.
Per una scala interna ad un’abitazione, bisogna prediligere l’utilità e la funzionalità, o il design e l’estetica?
Per me Progettare significa partire sempre con l’obiettivo di rendere la scala comoda e funzionale, poi si libera la creatività. Bisogna ricordarsi che non stiamo progettando una sedia, o un tavolo, dove il concetto strutturale di carichi e sovraccarichi è limitato, parliamo di scale che hanno norme ben precise da rispettare. E quindi, come si sviluppa un progetto? E come si ottiene una scala di design? La prima valutazione è da fare sviluppando la scala in pianta, dove partendo dagli spazi disponibili si identifica il numero di gradini necessari a superare il piano, la loro dimensione e forma, identificando quali sono i punti necessari di ancoraggio della scala stessa alle pareti. Una volta trovata la soluzione più comoda e sicura si passa al disegno schematico della scala, delle strutture, che siano in metallo o in vetro. Quindi una volta che è identificata la scala nella sua struttura completa si può pensare al design. E cos’è il design? Personalmente lo interpreto con la semplicità. Ecco che giunti a questo punto del progetto, lo si osserva e si comincia a togliere quello che davvero non è necessario, si ammorbidiscono le forme, si spoglia la scala mantenendogli l’anima. Quando hai tolto davvero tutto il superfluo, hai raggiunto il design, la scala sarà apparentemente semplice e per qualche miracolo sarà bella e identificata dal pubblico come “scala di design”.
Quando si consiglia di scegliere una scala a chiocciola per la propria casa?
È una tipologia di scala nata per risolvere problemi di spazio, permette di superare anche diversi piani occupando poco più di un metro quadro. Di certo non è mai la soluzione più comoda, per quanto le sue dimensioni possano essere ampie, la caratteristica del suo sviluppo ne implica una certa scomodità di salita. Di solito la scelta cade sulla scala a chiocciola per due motivi molto diversi tra loro: La prima è la mancanza di spazio, la seconda è una scelta di stile. Capita di avere solo un piccolo angolo in una stanza per servire il garage sottostante, oppure un piccolo soppalco, ecco che allora la scala a chiocciola risolve tutti i problemi occupando poco più di un metro. Oppure può succedere di trovare lo spazio per la scala al centro di un salone, magari con dimensioni importanti, in questo caso significa che la scala diventa un perno intorno alla quale si sviluppa l’intero appartamento. Un esempio classico di queste situazioni sono le scale a chiocciola in vetro, belle e scenografiche.
Qual è la tipologia di scala più difficile da realizzare?
È complesso rispondere a questa domanda, forse sono tutte difficili perché in tutte le scale ci sono aspetti complessi da superare. Da un punto di vista progettuale e di esecuzione forse le più complicate, sono le scale ellittiche, cioè quelle che si sviluppano con una forma elicoidale irregolare. Oltre però ad un discorso di forma della scala ci sono spesso situazioni ambientali che rendono complicata la realizzazione di alcune tipologie di scale, mi riferisco alle scale a sbalzo, le scale che non hanno una struttura portante visibile perché sfruttano la presenza di murature in cemento armato, talvolta capita che questo muro non ci sia, anzi ci si trova in presenza di tramezze o addirittura pareti in cartongesso. Ecco che nasce la difficoltà. Abbiamo studiato sistemi certificati, che permettono di costruire scale autoportanti anche in assenza di murature portanti, inserendo apposite strutture in acciaio all’interno delle pareti. Ogni scala ha criticità da risolvere, questo è il nostro lavoro, trovare le soluzioni, fare progetti che siano certificati e semplificare con armonia le forme, il design è solo la conseguenza di questo lavoro.