Intervista allo studio di architettura Officina Fortuna

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Abbiamo intervistato lo studio di architettura Officina Fortuna, giovane realtà padovana che si occupa di progettazione, recupero e interior desing. Abbiamo chiesto di più riguardo al ruolo dell'architettura nel 2019, consapevoli che sempre più italiani decidano di rivolgersi ad un archietetto per effettura i lavori nella propria abitazione.

Abbiamo intervistato lo studio di architettura Officina Fortuna, giovane realtà padovana che si occupa di progettazione, recupero e interior desing. Abbiamo chiesto di più riguardo al ruolo dell'architettura nel 2019, consapevoli che sempre più italiani decidano di rivolgersi ad un archietetto per effettura i lavori nella propria abitazione.

Quand’è nata Officina Fortuna e qual è stata la sua genesi?

Nasce da un’idea degli Architetti Federico Ottogalli e Giulia Ferro sulle ‘’vestigia’’ dell’omonimo colorificio, storico riferimento per la creatività patavina.

Convinti che l’interdisciplinarità sia la linfa di ogni buon progetto e che gli scambi ne siano il motore, pensano che un luogo fisico sia il naturale completamento della realtà virtuale per condividere idee, esperienze e conoscenze. Fine ultimo è l’approfondimento, la ricerca e la continua evoluzione nell’ambito dell’architettura e dell’interior design, che restano l’obiettivo e l’attività principali.

Quali sono le tendenze in ambito di interior in questo 2019?

Difficile per noi parlare di tendenze stilistiche perchè uno dei principali obbiettivi dello studio è quello di assecondare e guidare il cliente a soddisfare i propri desideri anche nascosti. Inoltre c'è anche la ricerca di interpretare lo spirito dell‘ambiente, della città, dell’edificio, della stanza in cui siamo chiamati ad intervenire.

Qual è il progetto che avete realizzato di cui andate più orgogliosi?

Sicuramente l’ultimo. E' vero che indipendentemente dalla scala dell’intervento l’impegno per ogni singolo progetto ce lo fa amare sempre come se fosse il più importante. E' un escamotage per iniziare sempre con lo slancio giusto e per trasmettere alla committenza entusiasmo e compartecipazione.

Qual è lo stato dell’arte della professione di architetto oggi in Italia?

Tutti si lamentano, ma mi pare più per conformismo che per un effettivo disagio. Noi siamo felici di avere colleghi che lavorano con soddisfazione e che anche se un po’ tormentati dalla burocrazia, portano a casa ogni giorno progetti che stimolano e gratificano tutti. La responsabilità etica del fare architettura è una realtà che in italia si sente molto e che aiuta tutti ad affrontare le problematiche in modo costruttivo. C’è in oltre la coscienza di trovarsi nelle culla dell’interpor design che sicuramente oltre ad essere un continuo stimolo è una continua sfida a migliorarsi.