Intervista allo studio di architettura Civico24

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Intervista allo studio di architettura Civico24

Come si è appassionato all’architettura e cosa caratterizza il vostro studio?

La passione per l’architettura è stata una costante nella mia vita, avendo fin da giovane una particolare attenzione al settore, ed a mondi limitrofi quali il design e l’arte. Pur non provenendo da famiglia operante nel ramo, c’è sempre stata una propensione al mondo dell’architettura. Tale passione è stata trasferita anche nel lavoro, scegliendo consapevolmente, dopo alcuni anni nei quali abbiamo operato anche nel settore pubblico, un approccio artigianale ed attento alla commissione ed al committente. Ciò non ha voluto dire abbandonare la ricerca e lo studio dei materiali, ma anzi poter dedicare maggior attenzione ai singoli progetti.

In fase di progettazione quanto le esigenze del cliente influiscono il risultato finale e quanto invece fa parte del vostro stile e della vostra concezione dell’architettura?

Il progetto finale, proprio per la sinergia che si cerca di creare con il cliente, è sempre frutto di entrambi gli operatori, committente e progettista. La capacità di raccogliere le esigenze del cliente deve essere la base per un intervento che soddisfi l’utilizzatore; in caso diverso si verranno a creare attriti e difformità di vedute che portano sempre ad una rottura od un pessimo risultato. Saper “accompagnare” il committente attraverso un percorso e non solo indirizzarlo significa costruire un progetto.

L’architettura sta sposando sempre di più i temi ambientali, orientandosi verso progetti ecosostenibili; qual è la vostra esperienza in merito?

L’aspetto ambientale non deve più essere considerato come una parte del progetto, che può essere inserita o tolta in base a fattori estetici, economici od altro. Oggi bisogna progettare fin dall’inizio con una sensibilità che naturalmente si appropri di temi ambientalisti quali l’utilizzo di fonti rinnovabili, il recupero e riciclo dei materiali, la durabilità. Nel 2018 siamo risultati 1 classificati al "Concorso di rigenerazione ex fungaia per un museo delle energie rinnovabili” indetto dal Consorzio Impianti Agno. Crediamo che proprio la capacità di coniugare architettura ed ambiente sia stata premiata dalla giuria del concorso.

Quando si tratta di coperture, le capriate esercitano ancora un grande fascino; vi è capitato di progettarne e realizzarne? Se sì, in quale contesto e con quale materiale?

Le capriate evocano grande fascino perché sopratutto rimandano a grandi spazi, ambienti sempre più radi nell’architettura. Pertanto l’utilizzo di capriate è stato quasi sempre finalizzato ad operazioni di recupero e restauro di grandi spazii, in particolare modo dei sottotetti. L’utilizzo del legno, con eventuali innesti in ferro per ancoraggi e fissaggi, si è rilevato il materiale principale.

Ringraziamo Civico24 per aver partecipato all'intervista!