Intervista allo studio di architettura e design Assonometria

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Non è facile realizzare e rendere reali le nostre idee, i nostri progetti e i nostri sogni. Per questo, sia che si tratti di grosse costruzioni, sia che stiamo immaginando un nuovo arredo per la nostra casa, è fondamentale riferisi ad uno studio di professionisti che sappiano interpretare le nostre esigenze e trasformarle in realtà. Abbiamo intervistato lo studio Assonometria, leggi l'intervista di seguito:

Com’è nato lo studio Assonometria e per cosa si caratterizza?

Assonometria nasce dopo alcuni anni di collaborazione con diversi studi di architettura con la voglia, l’energia ed un pizzico di testardaggine di voler realizzare spazi costruiti, luoghi e comunicazioni grafiche unici e significativi, sviluppati con maniacalità artigianale e sartoriale, realizzati e "cuciti" attorno al desiderio di una o più persone in modo tale da poter apportare benefici immediati alla committenza.

Il lavoro dello studio si differenzia da quello di chi assembla prodotti già presenti sul mercato o di chi unisce segni grafici riconoscibili per tentare di realizzarne di nuovi. Noi progettiamo partendo dalle persone e dai loro desideri, mantenendo verso di essi un'attenzione costante durante tutto il percorso progettuale; in questo modo siamo in grado di realizzare progetti specifici per ogni dato contesto ed esigenza, lavorando a tutte le scale progettuali (dalla più vasta a quella più minuta) con il medesimo atteggiamento olistico, cui si affianca una costante ricerca multidisciplinare che ci permette di imparare da ciascuna occasione lavorativa e da ogni disciplina affrontata, evolvendo e migliorando il nostro contributo ad ogni esperienza.

Qual è il progetto realizzato di cui andate più orgogliosi?

Mi sento di rispondere con le parole del grande Enzo Ferrari quando gli venne chiesto quale fosse la migliore macchina Ferrari mai realizzata: "Quella che deve ancora essere costruita".

Com’è cambiata l’architettura civile negli ultimi 20 anni?

Domanda interessante!

Io mi ritengo ancora molto giovane per poter rispondere correttamente a questa domanda, ma vorrei provare a replicare comunque in base a quello che ho studiato, visto con i miei occhi ed avuto esperienza in prima persona.

L’architettura non è cambiata unicamente negli ultimi 20 anni; essa sta cambiando a tutt’oggi!

Si assiste infatti costantemente ad un processo di democratizzazione dell'architettura, sia per quanto riguarda una piccola ristrutturazione di un appartamento che la realizzazione di un grande complesso residenziale. Il cambiamento si percepisce dal fatto che si sta progressivamente smettendo di realizzare mera edilizia; si inizia a guardare un po' di più al mondo dell’Architettura (spesso con riferimenti noti e perlopiù di nazionalità straniere) tanto che se ne comincia a trovare qualche esempio. Mi auguro che questo meccanismo innescatosi negli ultimi decenni continui a progredire e si continui a realizzarne esempi in sempre in maggiore quantità, alzando ulteriormente il livello qualitativo. Questo perché esso a sua volta innesca un processo psicologico e mentale che colpisce la società, evolvendo il desiderio di avere solo un’abitazione (intesa come il riparo di quattro mura e un tetto sulla testa) verso il sogno di possedere una bella e felice casa (intesa quindi come vero e proprio fulcro del benessere del singolo e dei suoi cari).

Qual è il primo consiglio da dare a chi sta valutando l’ipotesi di ristrutturare la propria abitazione?

AFFIDATEVI A UN ARCHITETTO! Uno di quelli bravi!

Questo lo dico, non per screditare colleghi o altre categorie, ma perché la casa è il luogo all’interno del quale si vive, ci si rilassa, ci si ama, dove si crescono figli e si trascorre tempo insieme, non un posto qualunque.

Dati infatti degli elementi conosciuti -pavimento, muri e copertura- tutti sarebbero in grado di assemblarli e fare un edificio, anche un bambino. Ma è come si realizza l’insieme di questi elementi, la qualità della loro combinazione, che fa la differenza!

Così come si riscontra in altre discipline, quali la musica o l'oratoria, tutti sono in grado di formulare suoni e comporre un discorso compiuto; ma anche qui c’è chi riesce a fare la differenza, chi ricerca e studia costantemente, arrivando a comporre opere musicali e poesie di alto spessore, innalzando pertanto la disciplina ad arte.

Questo dovrebbe essere il compito dell’Architetto: non limitarsi a realizzare solo spazi dimensionalmente corretti e funzionali, ma dar vita a luoghi significativi ed intrinsecamente belli che contribuiscano alla felicità e serenità dei singoli.

Si tratta quindi di affidarsi alla giusta figura che, a parità di costi e compensi, sia in grado di garantire un differente e migliore livello di qualità del vivere futuro.

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